La Voce ( dei Tifosi dell`Ambri-Piotta)

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No al controllo d'identità!

Dopo i recenti ricatti di Norman “uhuhuh” Gobbi per imporre il controllo del documento negli stadi e nelle piste di hockey del cantone, vogliamo cercare di chiarire alcuni punti e prendere posizione contro gli ennesimi deliri sbirreschi del capo del dipartimento delle istituzioni. La proposta è quella di introdurre il controllo del documento negli impianti sportivi cantonali, schedando e fotografando tutti i tifosi/e che vogliono assistere agli incontri, in ogni settore: dagli spalti alle tribune. Il nostro caro ed ormai snellito consigliere di stato ha scelto, come spesso accade, la via delle minacce e dei ricatti. Ha infatti affermato che, se non si trovasse un accordo, il dipartimento revocherà la concessione per lo svolgimento delle partite dall’inizio del prossimo campionato oppure aumenterà il costo della sicurezza a carico delle società sportive (attualmente fissato ad 1.- a tifoso/a per partita). L’obbiettivo è che, con questi ricatti, le società aderiscano alle proposte su base volontaria. Secondo Adrian Leuzinger, capo del KOS (commissione per l’ordine e sicurezza della lega hockey), l’introduzione di questi controlli rappresenterebbe l’ultima spiaggia, dato che non è certo l’aumento tangibile della sicurezza. In altre parole, questo provvedimento viene ritenuto esagerato ed inutile pure da coloro che si occupano di emettere diffide e multe. Statistiche alla mano, negli ultimi 10 anni gli episodi di violenza sono generalmente diminuiti; Gobbi però continua imperterrito a portare avanti il suo inutile ricatto. C’è inoltre una netta disparità di trattamento tra calcio e hockey. Nelle piste di ghiaccio i controlli sarebbero imposti in tutti i settori mentre a Cornaredo solo alle tifoserie ospiti. Questo, nonostante anche JJ Aeschlimann abbia chiarito che un conto è perquisire e identificare 100 tifosi ospiti, mentre è tecnicamente impossibile estendere la misura a migliaia di persone e sperare di farle entrare in tempi ragionevoli allo stadio. Mentre il responsabile dello stadio di calcio di Cornaredo ha affermato che data l’affluenza molto più numerosa delle tifoserie d’oltralpe, avrebbero fatto prima a chiudere il settore ospiti. Anche gli addetti ai lavori non riescono a far ragionare il capo del dipartimento delle istituzioni. Niente di nuovo comunque da parte di chi, da tempo cerca di instaurare uno stato di polizia in Ticino, dando carta bianca ai propri scagnozzi, nascondendosi all’ombra di visioni distorte di giustizia e sicurezza, manovrando dietro le quinte un’operazione di polizia con l’intento di distruggere definitivamente la Curva Sud. E infine imponendo una misura difficilmente applicabile che viola le libertà delle tifose e dei tifosi di tutti gli schieramenti. Questa ennesima misura liberticida trasformerebbe la Valascia in una triste prigione di cemento. Una simile decisione distruggerebbe lo spirito e l’animo della Curva Sud, per poi trascinare con sé tutto ciò che c’è di più bello e sincero nell’hockey. L’evento sportivo senza canti né bandiere, senza tifo organizzato, senza la passione del proprio pubblico perderebbe tutto quello che ha di magico, lasciando solo una vuota vacca da mungere per i detentori dei diritti televisivi. La nostra presa di posizione è chiara: non accetteremo mai di farci schedare e fotografare per seguire l’Ambrì-Piotta, come non accetteremo che debbano farlo le tifoserie ospiti ad Ambrì. E non perché abbiamo qualcosa da nascondere, al contrario; come sempre la faccia ce la mettiamo. Ma entrare in questa dinamica di controllo per andare a vedere una partita, in un contesto di leggi speciali per lo stadio che già limitano le libertà di tutti noi, non lo possiamo accettare. Tanto più dovute alle masturbazioni mentali di colui che, giorno dopo giorno, opera per ridurre gli spazi di libertà, in nome della falsa sicurezza. Non è una scelta che facciamo a cuor leggero. Rinunciare alla passione che ci brucia dentro, a causa di tali deliri, non è decisione facile. Ma abbiamo degli ideali per i quali non siamo disposti a scendere a compromessi. Invitiamo calorosamente anche tutta la grande famiglia biancoblu a manifestare pubblicamente il proprio dissenso a questa proposta, scrivendo alla società e rendendo pubblico il proprio dissenso. TIFO * LOTTA * AGGREGAZIONE CONTRO LO SPORT MODERNO GIOVENTU BIANCOBLU http://infogbb.org/comunicati/2018/05/26/No-al-controllo-di-identita.html
05. Jun. 2018 um 18:31 Uhr

Nein zu den Identitätskontrollen!

Nach den jüngsten Erpressungen des Norman "uhuhuhuh" Gobbi, mit denen er seine Forderungen nach ID-Kontrollen in den Hockeystadien des Kantons durchzusetzen versucht, wollen wir doch einige Punkte klarstellen und Position beziehen gegen die wiederholten Wahnvorstellungen des Polizeidirektors. Seine Idee sieht vor, ID-Kontrollen bei den kantonalen Sportanlagen zu machen. Jeder Matchbesucher – egal ob Stehplatz oder Tribüne – soll beim Betreten des Stadions fotografiert und registriert werden. Unser lieber und mittlerweile schlanker Staatsrat hat, wie so oft, den Weg der Erpressung gewählt, um mit seinen Forderungen durchzukommen. Sollten die Vereine nicht einverstanden sein, droht er damit, dass sein Departement ab der kommenden Meisterschaft die Bewilligungen zur Durchführung von Spielen verweigert. Oder damit, dass die Sicherheitskostenbeteiligung der Vereine erhöht werden (derzeit bei einem Franken pro Matchbesucher pro Partie). Ziel dieser Drohungen ist es, dass die Vereine freiwillig seinen Ideen folgen. Gemäss Andreas Leuzinger, Vorsitzender der KOS (Kommission Ordnung und Sicherheit der Nationalliga), ist die Einführung solcher Kontrollen nur das allerletzte Mittel. Zumal auch nicht sicher ist, ob es die Sicherheit wirklich erhöht. Mit anderen Worten, diese Massnahme wird auch von denjenigen, welche Verwarnungen und Bussen verhängen, als übertrieben und unnötig angesehen. Und die Statistiken zeigen, dass Vorfälle mit Gewalt in Stadien in den letzten zehn Jahren rückläufig sind. Nichtsdestotrotz beharrt Gobbi uneinsichtig auf seinen erpresserischen Forderungen. Es soll auch Unterschiede zwischen Fussball- und Eishockeyspielen geben. In den Eisstadien sollen sämtliche Zuschauer kontrolliert werden, im Cornaredo nur die Gästefans. Und das, obwohl JJ Aeschlimann deutlich gemacht hat, dass die Kontrolle von 100 Gästefans das eine sei – es aber praktisch unmöglich ist, diese Massnahme auf Tausende Zuschauer auszudehnen und diese in einer angemessenen Zeit ins Stadion zu bringen. Und der Stadionverantwortliche des Cornaredos kündigte an, dass angesichts der hohen Anzahl Gästefans im Schweizer Fussball vorerst mal der Gästesektor geschlossen werden würde. Doch auch diejenigen, welche vor Ort die Ideen des Departementsvorstehenden umsetzen müssten, können den Polizeidirektor nicht zum Nachdenken bringen. Also nichts Neues von denen, die seit einiger Zeit darum bemüht sind, im Tessin einen Polizeistaat zu errichten, indem sie ihren Handlangern einen Freibrief erteilen und unter dem Deckmantel einer verzerrten Vision von Gerechtigkeit und Sicherheit eine Polizeiaktion durchführen liessen, welche beabsichtigte, die Curva Sud dauerhaft zu zerstören. Mit der neuesten Massnahme wird nun die Freiheit aller Fans angegriffen. Diese völlig übertriebene und zudem freiheitsrechtlich sehr heikle Massnahme würde die Valascia in ein trauriges Betongefängnis verwandeln. Die Seele und der Geist der Curva Sud – und damit das, was unser Eishockey so grossartig macht, würden zerstört werden. Was wäre denn schon ein Match ohne Lieder und Fahnen von leidenschaftlichen Fans, die ihre Mannschaft unterstützen? Unsere Position ist klar: Wir akzeptieren niemals, dass wir Fans, welche Ambrì vor Ort unterstützen, fotografiert und registriert werden sollen. Genausowenig akzeptieren wir, dass dies den Gästefans widerfahren soll. Wir sind nicht dagegen, weil wir etwas zu verbergen haben. Im Gegenteil: Wir stehen zu all dem was wir machen und was uns ausmacht. Aber im Angesicht des immer grösser werdenden Sicherheitswahns, der bereits jetzt mit speziellen Gesetzen dafür sorgt, dass in und ums Stadion allgemeine Freiheiten plötzlich nicht mehr gelten, nehmen wir diese weitere Kriminalisierung unter keinen Umständen in Kauf. Die Entscheidung, dass wir – sollten sich die Sicherheitswahnsinnigen durchsetzen - auf die Unterstützung der Mannschaft im Stadion verzichten, fällt uns alles andere als leicht, ist doch Ambrì unsere grosse Leidenschaft. Aber wir haben unsere Ideale, die wir niemals aufgeben. Daher sind wir zu keinem Kompromiss bereit. Wir begrüssen es, wenn die gesamte blauweisse Familie zusammensteht und die Ablehnung dieser weiteren Kriminalisierung uns aller zum Ausdruck bringt, indem Emails und Briefe an den Verein geschrieben werden. TIFO * LOTTA * AGGREGAZIONE CONTRO LO SPORT MODERNO GIOVENTU BIANCOBLU http://infogbb.org/comunicati/2018/05/27/nein-zu-den-identitatskontrollen.html
05. Jun. 2018 um 18:29 Uhr